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LA STRANA “ROULETTE” DEL REDDITOMETRO! L'Avvocato risponde 

LA STRANA “ROULETTE” DEL REDDITOMETRO!

Il redditometro, controllo fiscale ideato per contrastare l’evasione, ha recentemente visto una nuova applicazione che ha suscitato ampie discussioni. Tuttavia, il governo ha deciso di fare marcia indietro, sollevando interrogativi su efficacia e criticità di questo strumento.
Commentiamo con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia.

Si tratta di un metodo utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per stimare il “reddito presunto” dei contribuenti, basandosi sulle loro spese.
Vengono prese in considerazione variabili come il possesso di beni di lusso, il numero di immobili, le spese per viaggi e beni di consumo.
Il confronto tra reddito dichiarato e spese sostenute permette di identificare discrepanze che possono indicare evasione fiscale.

La nuova applicazione ha introdotto ulteriori parametri, includendo spese relative all’educazione, alla salute e ai servizi di intrattenimento: dati raccolti grazie a nuove tecnologie di “data mining e big data“, che permettono un controllo più capillare e dettagliato.

Uno degli obiettivi principali è ridurre l’evasione fiscale, che rappresenta un problema significativo per l’economia nazionale. Maggiori controlli e una più precisa stima del reddito reale possono incentivare i contribuenti a dichiarare correttamente i propri redditi, nella
volontà di garantire una maggiore equità fiscale, assicurando che tutti contribuiscano in base alle proprie capacità economiche, per migliorare la percezione della giustizia fiscale tra i cittadini.

L’uso intensivo di dati personali, di contro, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy.
La raccolta e l’analisi di informazioni dettagliate sulle spese dei cittadini potrebbero essere percepite come una violazione della riservatezza.
In buona sostanza, nonostante la sofisticazione dei metodi utilizzati, esiste il rischio di errori, con attribuzione di un reddito presunto superiore a quello reale, penalizzando ingiustamente i contribuenti. Questo può portare a contenziosi e a un aumento della pressione sui cittadini onesti.

La paura di essere controllati potrebbe spingere alcuni a modificare le proprie abitudini di spesa, non per evitare tasse, ma per evitare sospetti ingiustificati. Questo può avere un impatto negativo sulla libertà individuale e sul mercato dei consumi.

Di fronte a queste criticità, il governo ha deciso di fare marcia indietro sull’applicazione estensiva del redditometro. La decisione è stata motivata dalle numerose segnalazioni di disagi tra i cittadini e dalle critiche mosse dalle associazioni di consumatori e da alcuni esperti fiscali.

Il ritiro non rappresenta, però, un abbandono totale dello strumento, ma piuttosto una revisione dei criteri di applicazione e delle modalità di raccolta dei dati. Si prevede l’implementazione di misure più trasparenti e rispettose della privacy, nonché una maggiore collaborazione con i contribuenti, per ridurre al minimo errori e ingiustizie.







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